Il 21 maggio 1933 XI, per
iniziativa del Sig. Prof. Romolo Ferrari, si
tenne in Modena la I.a Giornata Chitarristica
Italiana.
La riunione avviene nelle
sale del Dopolavoro Provinciale.
Apre la «Giornata» il M°
Primo Silvestri che porge il benvenuto ai
partecipanti a nome dell’O.N.D. che rappresenta;
egli auspica il miglior successo a questa I.a
Giornata Chitarristica Italiana, plaudendo
all’iniziatore e facendo voti per il sempre
maggior avvenire delle future.
Prende poi la parola il
Prof. Romolo Ferrari, il quale nel breve
discorso d’introduzione, illustra il movente ed
i fini della manifestazione. Ha inizio quindi la
discussione dell’Ordine del Giorno.
«Classicità dell’arte
italiana». – Tutti sono d’accordo nel deplorare
l’ingiustificato abbandono in cui è posta 1’arte
classica italiana e nel vedere la necessità di
riporla nella sua giusta luce. Il seguire la
nostra scuola classica, non deve significare
l’esclusione di tutte le altre come accade ora
per gli spagnoli, ai quali perciò si rimprovera
l’eccessivo campanilismo. Con questo il
congresso ritiene come massima che si debba
scegliere il meglio di ogni scuola senza badare
a nazionalità; così si vorrebbe vedere incluso
più spesso, nelle prime parti dei programmi dei
concertisti attuali, il nome di qualcuno dei
nostri sommi classici.
In questo argomento sono
anche trattate alcune questioni di tecnica:
I. – Il pollice della mano
sinistra, usato dal Carulli, Legnani, Giuliani,
vietato tra i classici dal Sor e tra i moderni
dal Mozzani (che generalizza l’uso del «barrè»),
è ammesso in casi eccezionalissimi.
II. – Ormai è generale
l’uso delle unghie nella mano destra (almeno per
l’indice, medio, anulare) per una corretta
cavata; circa la loro forma è lasciata libertà
al gusto del chitarrista.
III. – Il pollice della
mano destra sarà tenuto di massima senza anello;
è consentito l’uso dell’unghia.
IV. – L’uso dello sgabello
è indispensabile per tutto coloro che vogliano
mantenere la posizione tradizionale.
Per questi particolari il
Congresso non stabilisce forme rigorose circa
l’adozione di un sistema piuttosto di un altro,
ma consiglia una sorta di scuola universale che
sia l’estratto di quanto v’è di meglio nelle
singole. In altre parole ogni esecutore deve
scegliere dalle diverse tendenze ciò che sia più
confacente alle sue possibilità tecniche e
artistiche.
«Metodi e loro
applicazione per lo sviluppo dell’arte
italiana». – Il Congresso approva in linea di
massima l’abbozzo di un corso completo di studio
della chitarra steso dal Prof. R. Ferrari,
riservando all’insegnante facoltà di modificarlo
a seconda delle attitudini dell’allievo. Trova
inoltre la necessità di integrare gli studi
sullo strumento con la conoscenza, anche in
parte, delle scienze musicali e della Storia
della musica, in particolare quella della
chitarra.
«Musica chitarristica». –
Per le trascrizioni si consiglia un
limite. Sono ovviamente da escludere
trascrizioni di musiche scritte per grande
orchestra. Sono da preferirsi le musiche per
pianoforte e tra queste, quelle che più si
adattano ad essere trascritte per chitarra senza
che ne venga alterato il carattere.
Circa gli originali
è data la massima libertà sia per la forma come
per il contenuto.
«Tecnica chitarristica». –
Il congresso ritiene che il miglior esercizio di
tecnica giornaliero, s’intende per chi abbia
compiuto un corso regolare di studii, consista
nelle scale e prese d’accordi.
Circa l’uso del tremolo si
consiglia moderazione per non trascurare le
innumeri altre risorse della chitarra; così
valga per gli armonici, l’uso smodato dei quali
non può che nuocere sulla giusta valutazione
delle possibilità dello strumento da parte del
profano.
«Costruzione, forma,
dimensioni e voce della chitarra». – Per quanto
riguarda la forma della chitarra, il congresso
trova l’unanime accordo nello stabilire che essa
debba mantenere la forma classica. Per
conseguenza dovrà avere queste caratteristiche:
sei corde, lunghezza vibrante di esse cm. 65
(sessantacinque – due volte quella del violino –
cm. 32 1/2); non madreperle segnatasti sul
manico, tutt’al più sulla costa di esso e queste
al 5.o, 7.o, 9.o tasto; tredicesimo tasto sulla
cassa. Non è ammesso quindi nessun tentativo di
«novecentizzare» lo strumento o comunque di
alterarne la suddetta forma. Son ammessi per
contro tentativi per aumentarne la voce o
migliorarne la qualità, sia con legni speciali o
altrimenti.
«Corde» – Circa le corde,
per i solisti si ammettono soltanto quelle di
seta fasciata (IV.a, V.a, VI.a) e di budello (I.a,
II.a, III.a) sono così escluse da ogni
possibilità artistica le corde di metallo.
«Eventuali» – In questo
titolo è degna di particolare menzione la
promessa fatta dal Dott. Riccardo Vaccari di
fondare un periodico esclusivamente
chitarristico che tratti dell’attività
svolgentesi in questo campo in tutto il mondo,
si occupi della storia della chitarra ed in
generale di tutte le questioni ad essa inerenti
e pubblichi inoltre pagine di scelta musica.
Il congresso approva in
pieno la proposta e si dichiara pronto ad
aiutare l’ideatore con la collaborazione.
Alla fine il Prof. Romolo
Ferrari, facendo voti perché la chitarra sia
presa in maggior considerazione ed introdotta
nei Licei e nei Conservatori, invita tutti
gl’intervenuti ad adoperarsi per la divulgazione
dello strumento.
Ringraziando ognuno per
l’adesione e per il contributo portato, chiude
la prima parte della «Giornata Chitarristica».
I congressisti si sono
nuovamente raccolti alle ore 15 in un’ampia sala
della Casa del Fascio dove ha avuto luogo la
seconda parte del programma, consistente in
un’accademia svolta da un gruppo dei
congressisti stessi.
Ecco l’elenco degli
esecutori e dei brani presentati:
Sig. Riccardo Vaccari –
Studio N. 5 dell’Op. 48 di Giuliani – Serenata
di Malats.
Sig. Edoardo Capirone –
Studio di Aguado.
Sig. Aldo Ferrari – Studio
di Sor.
Sigg. R. Vaccari e L.
Orlich – Due duetti: Tango di Albeniz
(trascritto da E. Pujol) – Allegro dalla Sonata
Op. 2, N. 1 di Beethoven (trascritto da L.
Orlich).
Sig. Lando Orlich – «La
fille aux cheveux de lin» di Debussy (trascritta
dall’esecutore) e un pezzo caratteristico di sua
composizione. Presenta inoltre un duetto da lui
composto, eseguito colla collaborazione del Sig.
S. Piccinini che viene bissato alla fine della
riunione.
Sig. Amedeo Savoldi –
Feste Lariane di Mozzani – Adelita di Tarrega.
Sigg. Suzzi, Ansaloni, e
Sassoli, allievi del Sig. Vaccari, eseguiscono
musiche di Mozzani.
Sig. Romolo Ferrari
eseguisce varii pezzi tra cui il Gondoliere di
Mertz, Capricci di Legnani, brani di Sor,
Giuliani, Tarrega e Torroba.
Alla fine viene votato un
Ordine del Giorno.
Con quest’atto si chiude
la «La Giornata Chitarristica Italiana».
La prima giornata
chitarristica italiana, in «La Chitarra», I,
n. 2, 1934, pp. 13-15.
Programma
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