A Guiglia, il 25
settembre, ha avuto luogo l’annunciato Raduno di
chitarristi ed è stata celebrata la nostra
annuale Giornata, l’undicesima.
Quest’anno, la Festa si è
svolta in un clima di particolare fraterna e
serena letizia, dovuto forse al luogo, forse
alla giornata, tiepida e illuminata dal sole.
Guiglia è un paese piccolo
e caratteristico, arrampicato sui fianchi d’una
montagna dell’Appennino tosco-emiliano, e
dominato dalla mole superba del «Conventino»,
l’antico castello dei signori del luogo, ora
trasformato in un lussuoso albergo che non ha
nulla da invidiare ai migliori «Hotels» delle
più rinomate stazioni climatiche.
La stagione estiva era
ormai chiusa da alcuni giorni e già nei giardino
che circonda l’Albergo e domina tutta la vallata
si sentiva odore d’autunno; le aiuole erano
fiorite di ciclamini e la grande fontana
centrale innalzava il suo zampillo iridescente
contro lo sfondo dei grandi alberi da cui
cadevano le prime foglie morte. Un paesaggio
romantico, insomma, quasi da oleografia.
Il «Conventino» ha ripreso
vita per un giorno, le sue sale hanno risuonato
di voci e di suoni e per alcune ore a Guiglia
non si e parlato che di chitarra e di
chitarristi.
I convenuti erano molti,
più di sessanta, giunti da diverse città e
principalmente da Modena e Bologna. Molti
giovani, fra i congressisti, e la cosa ci ha
fatto tanto piacere, perché dimostra che
l’interesse per il nostro strumento va facendosi
strada anche presso le nuove generazioni e che
la Chitarra ha ancora vita e fascino sufficienti
per risorgere dall’oblìo e affermarsi
vittoriosamente.
La Giornata ha avuto
inizio alle ore 16 di domenica 25 settembre, con
l’arrivo dei due torpedoni provenienti da
Bologna e Modena. Fra i Congressisti, oltre al
Prof. Ferrari e Signora, all’Editore Bèrben e
alla Redazione della Rivista, erano il M° Guidi,
il Prof. Balboni e il Prof. Barbieri di Modena,
il M° Mori e il Sig. Company di Firenze, i Sigg.
Roveri e Tempestini di Milano, il Sig. Mariotti
di Rovereto e il M° Lutzemberger di Trento.
Della numerosa rappresentanza bolognese –
guidata dall’infaticabile Geom. Suzzi – facevano
parte, oltre a molti altri, il M° Bassi, il
Prof. Rezio Buscaroli e il Dott. A. Buscaroli, i
liutai Gamberini e Piretti, il M° Pezzoli, il
Prof. Salvi, il M° Sassoli, il Signor Stegani ed
il Signor Visani.
Dopo aver posato nel
giardino per il gruppo fotografico i
congressisti sono passati nel salone riservato
al Convegno, i di cui lavori sono stati aperti
dal Prof. Ferrari con brevi parole di
ringraziamento al Sindaco di Guiglia ed ai
Dirigenti del Conventino. A Presidente del
Congresso viene quindi eletto all’unanimità il
Prof. Rezio Buscaroli ed il Signor Sassoli è
designato Segretario.
Si procede poi alla
lettura delle calorose adesioni pervenute da
parte degli illustri amici impossibilitati ad
intervenire per cause di forza maggiore, fra i
quali il Dott. Comm. Murtula, il M° Palladino,
il M° Primo Silvestri, la Signora Carmen
Tamburini, il M° Volpini, il Comm. Andreini ed
altri, dopo di che si passa subito alla
discussione dell’ordine del giorno.
Dal verbale dell’Assemblea
stralciamo i punti più interessanti.
Si alza per primo a
parlare il M° Alfredo Guidi, che commemora tre
chitarristi di recente scomparsi: Manuel M.
Ponce, Montoya Salazar Ramon ed Ivano Ferrari.
Di quest’ultimo, spentosi giovinetto, traccia
con toccanti parole la figura e piange la
immatura perdita.
Si passa quindi al comma
«Istituzione di nuove cattedre di chitarra».
Dopo avere ricordata la vittoriosa affermazione
del Prof. Murtula che, primo in Italia, è stato
chiamato a coprire la Cattedra di Chitarra a
Rovigo, si invitano tutti i chitarristi ad
adoprarsi affinché anche in altre città, e in
centri minori, vengano istituite nuove cattedre
che potranno portare valido contributo alla
diffusione e conoscenza della chitarra.
Sull’importante argomento
del «Coordinamento dei metodi per lo studio
della chitarra» il Prof. Ferrari espone ai
convenuti le sue convinzioni sulla necessità di
un metodo moderno, che sappia condurre l’allievo
a superare ogni difficoltà e a conoscere
perfettamente le possibilità dello strumento.
Sulla falsariga di un suo
Metodo, preparato da anni e dedicato al
Figliuolo, il Prof. Ferrari illustra ampiamente
ed efficacemente lo schema di quello che
dovrebbe essere il nuovo Metodo, razionalmente
graduato nelle difficoltà, con particolari
capitoli dedicati all’arpeggio, al gruppetto,
allo staccato, alla tecnica spagnola, ecc. In
appendice dovrebbero inoltre trovar posto
esercizi sulle cadenze, sulle musiche moderne,
su Bach, ecc. ed il Prof. Ferrari si è
preoccupato appunto da diversi anni di
raccogliere il miglior materiale del genere.
Una volta approvato lo
schema del Metodo, e raccolti gli esercizi di
autori antichi e moderni nei vari capitoli,
occorrerebbe che tutti i compositori
partecipassero al completamento del Metodo
stesso con studi ed esercizi, in modo da farne
un’opera veramente completa sotto tutti i punti
di vista.
Si apre quindi la
discussione alla quale prendono attiva parte,
con osservazioni o consigli, il Prof. Buscaroli,
il Prof. Salvi, il M° Bassi, il Signor Pezzoli,
il Geom. Suzzi ecc. Anche l’editore Bèrben
interviene per presentare gli elementi della
spesa per la pubblicazione dell’opera.
L’interessante dibattito
si conclude con le seguenti proposte:
pubblicazione sulla Rivista dello schema del
Metodo, con invito a tutti i Compositori,
italiani e stranieri, a collaborarvi, per
renderlo quanto più possibile perfetto e
rispondente alle esigenze attuali.
Siccome però il Sig. Suzzi,
capo della Sezione Bolognese, si mostra
preoccupato dell’applicazione pratica di detto
metodo, viene deliberato di dare in visione il
Metodo stesso alla Sezione bolognese, perché lo
esamini ed esprima gli eventuali suggerimenti in
ordine alla suddivisione graduale della materia.
I lavori del Congresso si
chiudono alle ore 19, dopo aver fissato di
organizzare la prossima Giornata Chitarristica a
Milano, nel mese di ottobre del 1950.
Dopo la cena, consumata in
cordiale intimità, ha avuto luogo il Concerto
serale, nel salone terreno del Castello, stipato
di pubblico.
II giovane concertista
Luigi Mariotti di Rovereto ha suonato Colpo di
remo, Dolore e Carmela di Mozzani e un Minuetto
di Bach, facendosi assai apprezzare per le
notevoli doti di sentimento.
Il M° Cesare Lutzemberger
ha quindi eseguito con buona tecnica e calore
interpretativo Danza spagnola n. 5 di Granados e
Ricordi dell’Alhambra di Tarrega, riscuotendo
calorosi applausi.
La seconda parte del
concerto era affidata al Prof. Giorgio Balboni,
di cui sono ben note la straordinaria valentia e
la ottima tecnica. Il suo programma comprendeva
i seguenti pezzi: Nevicata di Terzi, Serenata di
Sinopoli, Melodia di Beethoven, Mazurka di
Tarrega, Esilio popular criollo di Llobet,
Fantasia di Viñas, e, per finire, la stupenda
Fantasia op. 19 di Legnani, interpretata con
tale bravura da suscitare applausi calorosissimi
e richieste di bis. Il concertista ha eseguito
quindi fuori programma le Variazioni sul Flauto
Magico di Mozart-Sor, pure vivamente applaudite.
Dopo il concerto i
congressisti si sono ritirati al piano superiore
dove hanno avuto luogo alcune audizioni private;
ma ormai il tempo stringeva, e con rammarico
tutti hanno dovuto lasciare Guiglia e il
Conventino. Ci resta tuttavia il ricordo della
bella giornata trascorsa e la speranza di
ritrovarci presto.
I valenti liutai bolognesi
Gamberini e Piretti (affermatosi quest’ultimo
nel recente Concorso Internazionale di Cremona)
hanno presentato ai convenuti alcuni belli
strumenti di loro fabbricazione, che sono stati
molto ammirati ed apprezzati. Su una
Chitarra-Lira del Sig. Gamberini, nuova di
zecca, di splendida voce e sonorità, il Prof.
Balboni ha tenuto il suo concerto serale,
preferendola al suo usuale
strumento.
La XI giornata
chitarristica, in «L’Arte Chitarristica»,
III, n. 17, 1949, pp. 1-2.
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