Il 14 novembre 2009 le splendide sale del palazzo Coccapani
di Modena hanno accolto il XXII Convegno Chitarristico.
L'evento realizzato sotto l'ègida dell'Accademia
Nazionale di Scienze Lettere e Arti, ha coinciso con la presentazione del volume Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento, in occasione del cinquantenario della scomparsa del musicista modenese. Nella ricorrenza e nel luogo riecheggiavano riferimenti alla figura centrale di questo incontro: fu proprio nel palazzo Coccapani che, nel lontano 1933, Romolo Ferrari organizzò la prima Giornata Chitarristica, manifestazione della quale il Convegno vuole essere la naturale continuazione, riaprendo una tradizione troppo a lungo interrotta.
Il Convegno, organizzato da un comitato scientifico costituito da Simona Boni, Giovanni Indulti, Vincenzo Pocci, Enrico Tagliavini, si è sviluppato piacevolmente tra relazioni e momenti di esecuzione musicale di altissimo valore artistico e conoscitivo, a cura di noti maestri, concertisti e studiosi e con la presenza di un pubblico numeroso, sempre attento e partecipe. A fianco della folta presenza dei chitarristi convenuti a Modena da diverse città italiane, si segnala la partecipazione di studiosi dalla Germania e dal Belgio, inoltre hanno preso parte all’iniziativa diversi discendenti dei protagonisti di un tempo, quasi a sancire la ripresa e la continuità di una tradizione che ben conoscevano dai racconti vibranti di passione musicale dei loro padri.
Significativa è stata anche la dimensione di incontro e di confronto tra persone di età, storie e vite diverse fra loro ma accomunate dall’amore per la chitarra: solo poche e preziose occasioni possono offrire tale possibilità di dialogo, qui realizzata nella forma di una serena e appassionata comunicazione artistica.
La giornata si è aperta con i saluti del prof. Ferdinando Taddei, presidente dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti, e dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè.
Il primo intervento della mattina è stato quello di Simona Boni, chitarrista e musicologa nonché attenta curatrice del volume e del Convegno, la quale ha presentato il libro e la sua articolazione e ha ribadito l’importanza della cooperazione tra gli studiosi ai fini della ricerca e della circolazione delle fonti. Simona Boni ha poi tracciato un profilo biografico di Romolo Ferrari, illustrando i tratti principali del suo percorso umano e artistico volto su più fronti alla valorizzazione della chitarra.
È seguita un’attenta analisi dell’attività compositiva del musicista modenese svolta da Giovanni Indulti, studioso e compositore, il quale ha mostrato come il Ferrari fosse in alcune sue opere aperto – seppur cautamente – verso i nuovi stilemi della musica contemporanea, in altre invece perfettamente conservatore e fedele ai modelli ottocenteschi.
L’intervento del concertista Piero Bonaguri, docente al Conservatorio di Bologna, ha suscitato grande interesse per l’esecuzione, proposta sulla splendida chitarra Gallinotti appartenuta a Raffaele Suzzi, di una interessante scelta di pagine che testimoniano le aperture culturali dell’ambiente chitarristico italiano nella metà del Novecento: da Paganini (la cui importanza veniva riscoperta proprio in quegli anni), ad autori quali Mario Barbieri, Riccardo Malipiero, Ettore Desderi, Mario Castelnuovo-Tedesco.
Un breve ma graditissimo intervento musicale ci è stato regalato anche da Giuliano Balestra, concertista e compositore docente al Conservatorio di Roma, che ha introdotto la sua relazione con un brano dedicato al suo maestro Benedetto Di Ponio, del quale ha poi illustrato il profilo artistico in riferimento all’attività concertistica, alle registrazioni radiofoniche (le prime per il nostro strumento) effettuate per l’Europa e il Sud America, e al suo incarico come primo docente di chitarra in un Conservatorio italiano.
Il tema dei compositori non chitarristi in Italia è stato affrontato dal giovane chitarrista e musicologo Sergio Sorrentino, che ha affiancato l’interessante analisi con l’esecuzione di musiche di Enzo Masetti e Goffredo Petrassi, mostrando come spesso questi compositori fossero attratti dalle particolari sonorità timbriche dello strumento, e dal suo potere evocativo.
Sergio Sorrentino ha poi proposto in duo col violinista Francesco Bonacini alcune pagine per violino e chitarra del modenese Primo Silvestri, al quale si deve un importante impegno, insieme a Ferrari, nel difficile percorso di riconoscimento della chitarra nel sistema di istruzione ufficiale: con questo omaggio, e sulle note di una deliziosa musica da camera, fatta di delicate e gentili movenze che hanno rievocato negli ascoltatori le atmosfere primo-novecentesche, si è conclusa la sessione mattutina, in una sorta di prologo al momento conviviale e al pranzo a buffet, offerto ai convenuti nelle nobili sale del Palazzo. Durante la pausa i chitarristi si sono riuniti per un ritratto di gruppo realizzato dal fotografo Marco Cavina, in ossequio alla tradizione dei convegni.
Gli interventi di studio sono ripresi nel primo pomeriggio con la relazione del fisico e ricercatore Marco Bazzotti, che ha presentato un ascolto commentato di rare incisioni discografiche e registrazioni radiofoniche di chitarristi italiani della prima metà del Novecento, scelte tra quelle di vari concertisti tra i quali Giulio Giulietti, Toto Amici, Federico Galimberti, Mario Maccaferri, Luigi Mozzani, sottolineando quanto la differenza di epoche e interpreti possa incidere sulla storia di un brano di musica, e quanto sia importante che questo patrimonio sia preservato e studiato.
Il concertista Giulio Tampalini ha proposto un apprezzato e inedito momento musicale con brani di chitarristi-compositori attivi nel primo Novecento, tra i quali Luigi Mozzani, Benvenuto Terzi, Roberto Beccuti (il Notturno dedicato a Romolo Ferrari), Carmelo Coletta, Romolo Ferrari (il suggestivo Pensiero funebre, in morte dell’indimenticato amico Riccardo Vaccari), offrendo un ritratto musicale di un periodo che oggi viene forse troppo spesso trascurato nei programmi dei concerti, e che invece presenta pagine di pregio che meritano di esse conosciute ed eseguite.
Il tema dei chitarristi-compositori, in riferimento alla continuità di una consuetudine strumentale che ha origini antiche, è stato approfondito da Luciano Chillemi, docente al Conservatorio di Rovigo, che ha analizzato varie figure, e in particolar modo l’opera di Giovanni Murtula, musicista e uomo di cultura di ampi interessi – soprattutto letterari e pittorici – che si riflettono nelle sue composizioni, ingiustamente lasciate nell’ombra.
La relazione di Silvia Mastrogregori, giovane chitarrista e ricercatrice, ha evidenziato il difficile percorso che ha portato nel 1954 all’istituzione della cattedra di chitarra nei Conservatori italiani, spiegando come l’impegno costante e prolungato di figure come quella di Romolo Ferrari, di Primo e
Renzo Silvestri, insieme all’azione decisiva di Guido Guerrini, direttore del Conservatorio di Roma, siano state fondamentali per il raggiungimento di un riconoscimento ufficiale dello strumento.
Infine Enrico Tagliavini ha ricordato con affetto il suo personale rapporto con Romolo Ferrari e la passione con cui il musicista modenese ha sempre operato nell’intento di mettere in luce il reale valore della chitarra.
Con un sentito omaggio in musica, sulle note della Danza Indiana di Ferrari nell’intensa esecuzione di
Enrico Tagliavini, si è concluso il XXII Convegno Chitarristico, con l’auspicio che questa tradizione abbia ancora lungo seguito negli anni a venire, tra un passato ricco di storia e di valori artistici e umani ancora oggi importanti, e un futuro che dia il giusto spazio a eventi come questo, concepito in un rapporto di collaborazione musicale avvalorata dalle emozioni che il toccare le giuste corde – fisiche e metaforiche – ha suscitato.
S. Mastrogregori, Il XXII Convegno Chitarristico: rinascita di una tradizione
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