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XXVIII Convegno Chitarristico

XXVIII Convegno Chitarristico, Roma, Università La Sapienza, 10 ottobre 2015

Sabato 10 ottobre 2015 si è svolto a Roma, presso il Chiostro di San Pietro in Vincoli, il XXVIII Convegno Chitarristico. Il significativo traguardo da lungo tempo progettato di realizzare un’edizione del Convegno nella capitale è stato motivo di grande entusiasmo, condiviso da tutti gli intervenuti. Fondamentale nella realizzazione di questo importante evento è stata la collaborazione offerta dal Centro Culturale “Fernando Sor” e dal suo presidente il M° Giuliano Balestra, inoltre l’iniziativa ha goduto del patrocinio dell’Università “La Sapienza” - Facoltà di Ingegneria che ha messo a disposizione le sale della propria storica sede, il bellissimo chiostro adiacente alla chiesa di San Pietro in Vincoli, nel centro storico della città. Il Comitato scientifico del Convegno ha così potuto dare vita a un incontro di grande rilievo per il mondo chitarristico, avvalorato da un contesto culturale ricco di storia per il nostro strumento, in una città simbolicamente legata nella nostra memoria collettiva a un fatto istituzionale che ha segnato le sorti successive della chitarra, poiché proprio il Conservatorio di Roma accolse la prima cattedra di chitarra in Italia, nata come Corso Straordinario di Chitarra da Concerto e assegnata per concorso a Benedetto di Ponio nel 1954.

Come di consueto anche in occasione di questo Convegno è stata allestita una mostra biografica dedicata a una personalità chitarristica del passato. L’artista che si è voluto ricordare nel XXVIII Convegno è stata la chitarrista italo-francese Ida Presti (1924-1967), oggi riconosciuta come la più insigne concertista di chitarra del XX secolo. Prima enfant prodige, poi virtuosa acclamata in tutto il mondo, fu ammirata per le sue straordinarie doti musicali che solo i veri artisti sanno esprimere con autenticità e purezza ineguagliabili. Purtroppo prematuramente scomparsa, ma mai dimenticata dal mondo chitarristico, ella merita di essere ricordata anche attraverso nuovi e approfonditi studi. A queste ricerche si sta attualmente dedicando il M° Frédéric Zigante che ha reso possibile l’allestimento della mostra romana dedicata a Ida Presti mettendo a disposizione rilevanti documenti acquisiti in anni di ricerche, fra i quali diversi preziosi esemplari discografici che testimoniano la sua stupefacente musicalità.

Come nelle precedenti edizioni, a corredo e completamento dei contenuti proposti in questa giornata di studi musicali sono state consegnate al pubblico le cartelline di sala con materiali di approfondimento, unitamente all’omaggio del cd Colloquio con Andrés Segovia inciso dal M° Andrea De Vitis per l’etichetta dotGuitar, gentilmente offerto dall’autore.

La giornata si è aperta con i saluti del presidente del Centro Culturale “Fernando Sor” M° Giuliano Balestra e con i saluti istituzionali dell’Università “La Sapienza” a cura del professore Antonio D’Andrea del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale. Ha preso quindi la parola la curatrice del Convegno Simona Boni che ha aperto i lavori di studio del XXVIII Convegno presentando gli interventi dei maestri e dei relatori.

Il primo intervento, tradizionalmente dedicato al repertorio antico della chitarra, è stato tenuto da Rosario Cicero che ha condotto ricerche volte a una più profonda comprensione e interpretazione del repertorio bachiano sulla chitarra barocca, alla luce di considerazioni e riflessioni che includono altri autori precedenti e coevi al maestro di Eisenach. Fra questi si è dato rilievo ad Angelo Michele Bartolotti, importante maestro non ancora adeguatamente valorizzato che ha interpretato e per certi aspetti anticipato i caratteri espressivi del repertorio strumentale sviluppatosi nel periodo fra XVII e XVIII secolo. Sono quindi state messe in evidenza, anche attraverso utili esempi musicali, le implicazioni armoniche e polifoniche rese possibili dall’accordatura della chitarra barocca, particolarmente adatta a una realizzazione efficace e fluida della scrittura bachiana.

Il passaggio dallo strumento barocco a cinque cori a quello a sei corde semplici costituisce uno dei momenti più importanti nella storia dello strumento: di questo tema si è occupato Mario Torta proponendo al pubblico aspetti inediti di una indagine molto ricca e dettagliata. Facendo ordine tra innovazioni organologiche e terminologie o diciture che attestano nelle opere a stampa o nei manoscritti la diffusione dei graduali cambiamenti avvenuti nella struttura dello strumento, è stato possibile comprendere la complessità di questo delicato passaggio, anche attraverso esempi di scrittura in intavolatura e in notazione ordinaria tratti dalle opere del tempo.

Nel successivo contributo Piero Viti e Lucio Matarazzo hanno approfondito il rapporto tra Ferdinando Carulli e Domenico Cimarosa, due importanti autori della Scuola Napoletana. L’opera e il linguaggio elaborato da Cimarosa sembra infatti aver avuto un notevole influsso sulla formazione e sul gusto musicale del chitarrista napoletano. Nel catalogo di quest’ultimo sono presenti diverse trascrizioni per chitarra di lavori del celebre operista, tuttavia l’influenza linguistica è ben più profonda ed è rintracciabile, come la relazione di Viti e Matarazzo ha efficacemente evidenziato, in una moltitudine di aspetti: dalle citazioni ‘nascoste’ incluse in varie pagine carulliane alla riproposizione di vari elementi stilistici ed espressivi, secondo un rapporto ricco e creativo col modello di scrittura offerto da Cimarosa. A completamento della relazione, il pubblico ha potuto apprezzare una bella interpretazione proposta dai due maestri del pot-pourri per due chitarre op. 112 di Carulli sul Matrimonio Segreto.

L’intervento successivo previsto dal programma della giornata non si è tenuto  in quanto il relatore Massimo Laura è stato impossibilitato a presenziare.

Passando alle tematiche novecentesche, la mattinata si è quindi conclusa con la partecipazione di Filomena Moretti che ha proposto l’esecuzione di alcune celebri composizioni di Joaquin Rodrigo, uno dei più stimati compositori del XX secolo che ha dedicato alla chitarra molte delle sue energie creative. Rodrigo è riuscito a fondere nel suo stile unico aspetti culturali provenienti dalla ricca tradizione iberica con suggestioni antiche e moderne, filtrate attraverso la cultura musicale europea che egli ha ben conosciuto negli anni di studio a Parigi, trovando nella voce intima e misteriosa della chitarra il mezzo privilegiato d’espressione. L’incontro di Filomena Moretti con questo grande maestro, avvenuto nella sua casa di Madrid, ha suggellato un più profondo incontro già avvenuto con le sue musiche, come la concertista ha dimostrato regalando al pubblico una emozionante interpretazione di Elogio de la Guitarra e di Invocacion y Danza.  

Al termine della mattinata i maestri intervenuti si sono riuniti  per la fotografia di gruppo realizzata da Damiano Rosa. Il consueto momento conviviale si è svolto nella incantevole cornice del Chiostro, tra ottime degustazioni e conversazioni fra i convenuti.

Nel primo pomeriggio il professore Fabrizio Vestroni, preside del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale, ha aperto la seconda parte del Convegno illustrando l’impegno dell’Università “La Sapienza” nel sostegno verso iniziative culturali come questa, volte a far progredire la conoscenza nei diversi aspetti delle arti e delle scienze umane.

Ha quindi preso la parola Stefania Porrino, figlia del compositore Ennio Porrino che alla chitarra ha dedicato pagine di grande bellezza e suggestione. Questa interessante relazione ha permesso di comprendere in modo più completo il rapporto fra Porrino e la chitarra, con particolare riferimento al Concerto dell’Argentarola, inquadrando la sua personalità artistica e umana attraverso la testimonianza diretta e preziosa della figlia. Nella forza evocativa del suo linguaggio musicale è sempre presente, anche ove meno esplicito, il legame profondo di Ennio Porrino con la sua terra nativa, la Sardegna: proprio questa forza espressiva, insieme potente e delicata, ripercorre anche le pagine del Concerto dell’Argentarola in cui Porrino affida alla chitarra un ruolo comunicativo di grande intensità, in una dimensione sonora estremamente moderna e libera da qualsiasi residuo descrittivo.

La partecipazione di Senio Diaz ha permesso di rendere omaggio, in questa seconda parte del Convegno, alla personalità di Alirio Diaz, rievocando il suo percorso musicale. Dagli esordi agli studi al Conservatorio di Madrid, dal perfezionamento con Segovia presso la prestigiosa Accademia Chigiana di Siena fino al suo pieno successo concertistico internazionale: l’intervento ha evidenziato aspetti importanti della carriera e della vita del maestro venezuelano, mettendo in luce, anche attraverso documenti e fotografie, come il legame con la terra natale non sia mai venuto meno in Diaz, anzi abbia rappresentato anche nelle sue scelte di repertorio un elemento costante, una sorta di tributo alla ricchezza umana e culturale della sua terra d’origine. A conclusione della relazione Senio Diaz ha proposto una significativa scelta di musiche fra le più frequentate e amate dal padre nei suoi programmi concertistici.

A seguire, nell’intervento dal titolo Mario Gangi: un chitarrista, una storia, Massimo Delle Cese ha voluto ricordare un’altra notevole personalità che ha caratterizzato la storia recente della chitarra. Artista di grande carisma, concertista e compositore, Gangi fu capace di spaziare fra generi differenti, costruendo con la sua personalità poliedrica un profilo pressoché irripetibile. Le sue intuizioni compositive e la sua capacità di ‘contaminare’ generi differenti hanno in certo modo anticipato i tempi, aprendo strade poi percorse da molti negli sviluppi musicali successivi. Di queste sperimentazioni musicali sono testimonianza viva le sue numerose opere per chitarra, fra le quali spicca la raccolta dei 22 studi ai quali Massimo Delle Cese ha recentemente dedicato un importante lavoro di ricerca confluito nella realizzazione di un cd. A completamento della spiegazione è stata proposta al pubblico l’esecuzione di alcuni studi che hanno suscitato notevole interesse per le particolari scelte sonore e per l’intensa energia comunicativa in essi contenuta.

Rimanendo nell’ambito di una riflessione sulle opere didattiche del Novecento, un ruolo importante è certamente riconosciuto agli Estudios Sencillos di Leo Brower che si collocano - anche ‘affettivamente’ -  nella memoria e nel cammino di formazione di molti chitarristi. Poiché le prime edizioni di questi studi presentavano alcune criticità testuali, si è reso necessario un lavoro di riedizione critica. Di questo lavoro si è occupato Frédéric Zigante che ha illustrato il meticoloso impegno di ricerca svolto in preparazione alla nuova edizione degli Estudios da lui curata sulla base di fonti autografe, analizzate in comparazione con le varie edizioni a stampa della raccolta. A conclusione della relazione Andrea De Vitis ha eseguito una scelta degli Estudios che ha permesso di apprezzare pienamente la perfetta costruzione musicale e tecnica di queste pagine.

La partecipazione di Cinzia Milani ha dato la possibilità di approfondire la conoscenza di alcuni compositori che si sono dedicati al nostro strumento in tempi più recenti, fino ad arrivare alla contemporaneità. Il suo progetto di ricerca interpretativa, confluito nel cd dal titolo Guitar, è concepito come una sorta di viaggio dal Novecento a oggi, attraverso territori sonori più tradizionali fino a nuove sperimentazioni aperte anche all’incontro fra elettronica e chitarra. Nell’intervento sono state eseguite musiche di Carlo Domeniconi, Adelmo Prandi e Marco Betta che hanno conquistato l’interesse del pubblico, al quale la concertista ha anche offerto, come fuori programma in riferimento alla mostra documentaria di questa edizione, un’esecuzione assai apprezzata della Danse Rythmique di Ida Presti.

La conclusione del Convegno è stata affidata a Massimo Gasbarroni che ha ripercorso le principali tappe del suo percorso artistico fornendo un’autorevole testimonianza diretta di alcuni importanti momenti in cui la sua personale storia umana e musicale si è intrecciata con eventi che hanno determinato le sorti nazionali del nostro strumento: dagli anni difficili del dopoguerra alla frequentazione presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma del Corso Straordinario di Chitarra da Concerto, fino al successo concertistico internazionale, sancita in particolare dalle numerose tournées in Russia. A fianco del concertismo non ha tralasciato l’impegno didattico nei Conservatori Statali italiani: a Cagliari, dove ha assunto la prima cattedre di Chitarra istituita in Sardegna, poi a Napoli e a Latina.

Per i meriti conseguiti nel corso della sua qualificata attività artistica e didattica la regione Lazio ha donato a Massimo Gasbarroni una medaglia di benemerenza consegnatagli pubblicamente in occasione di questo Convegno da Giuliano Balestra.

Con le sue parole, il maestro Gasbarroni ha offerto una coinvolgente attestazione dell’impegno di tutta una vita dedicata al nostro strumento, contribuendo con le sue qualità artistiche alla diffusione della conoscenza della chitarra presso generazioni di allievi e ben oltre i confini nazionali.

 

 

E. Farina, Il XXVIII Convegno Chitarristico

 

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