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III Convegno Chitarristico

III Convegno Chitarristico, Firenze, Associazione Ricreativa Conmercianti e Industriali, 26 maggio 1935

     È veramente confortevole constatare come questa manifestazione annuale, improntata al più schietto spirito cameratesco che chiama a raccolta da ogni parte d’Italia e mette in fraterno contatto per tutta una giornata professionisti e cultori della chitarra, veda di anno in anno aumentare il proprio successo.
     Quest’anno il III Convegno dei chitarristi italiani e stato organizzato dalla nostra Rivista e concretato dal numeroso gruppo di amatori fiorentini con a capo l’infaticabile cav. Amerigo Parrini promotore d’infinite iniziative, ognora suscitatore d’energie fattive, sempre all’avanguardia quando si tratti di valorizzare e di affermare il nostro nobile strumento; si è tenuto nei sontuosi locali dell’Associazione Commercianti e Industriali al cui Presidente vada anche da queste colonne il nostro grato ringraziamento. Erano presenti, oltre il Comitato redazionale della nostra Rivista al completo, tutti i chitarristi della città e circa una quarantina di amatori giunti da Torino, Milano, Modena, Bologna, Livorno, Pisa, Prato, Forlì, Imola e Catania.

                                                                      La discussione dell’ordine del giorno

     Alle ore 10 e 30 il prof. Romolo Ferrari nella sua qualità di presidente della manifestazione, dichiara aperto il III Convegno Chitarristico Italiano,rivolgendo un saluto cordiale ai presenti e dichiarandosi soddisfatto per l’importanza che la sua iniziativa è andata assumendo nel breve spazio di tre anni. Prima di mettere in discussione l’ordine del giorno egli desidera ancora una volta far presente gli scopi di queste nostre riunioni annuali, le quali più che ad un semplice raduno di amici stretti da una stessa passione, tendono a rendere soprattutto più unita e serrata la grande famiglia dei chitarristi d’Italia per la valorizzazione dello strumento e per ottenere un riconoscimento unanime e concorde. In nome di questo concetto, diremo così, unitario egli fa voti vivissimi che abbiano presto a cessare quei piccoli dissidi dovuti a false interpretazioni che a volte allentano quei legami di concordia che sono indispensabili al sostenimento dell’opera diffonditrice e valorizzatrice intrapresa; chiede quindi che tutti si adoperino a tal fine con ogni mezzo e le sue parole riscuotono consensi generali.
     Ricorrendo il venticinquesimo anniversario della morte di Francisco Tarrega, il prof. Ferrari traccia una minuta biografia del grande chitarrista spagnolo esaltandone l’opera e additando questa nobile figura di uomo e di artista quale esempio di tenacia, di  abnegazione e di fede verso l’arte nostra. La sua appassionata commemorazione riscuote un applauso cordiale.
      Dopo di ciò si passa alla discussione dell’ordine del giorno che al n. 1 comporta una relazione circa l’attività svolta dalla nostra Rivista. Riferisce il Presidente stesso il quale compiacendosi per lo sviluppo da essa presentato in questi ultimi tempi e per il favore incontrato presso i numerosi abbonati, considera brevemente l’attività svolta e quella da svolgere promettendo che sarà cercato sempre da parte della Direzione di migliorarla venendo incontro a tutte le richieste di consigli, pareri, informazioni, con la impostazione di nuove rubriche e l’ampliamento delle già esistenti. Si fa appello tuttavia ad una gentile propaganda fra gli abbonati e lettori perché da una piu larga diffusione del periodico sorga una garanzia alla sua esistenza e una base a futuri importanti miglioramenti.
      Prendono a questo punto la parola diversi convenuti sollevando qualche appunto vivace sul tono specialmente di un articolo critico apparso su uno degli ultimi numeri; ad essi risponde il nostro Direttore dando ampie spiegazioni su tutto. Prima della definitiva chiusura dell’argomento parla ancora il prof. Terzi precisando alcuni particolari sui nostri rapporti con un periodico milanese col quale abbiamo tenuto una polemica ed assicurando come nostra intenzione sempre presente sia il volere la massima cordialità di rapporti con tutti, specie, come nel caso considerato, con chi svolge attività affine alla nostra, onde, se per un momento ci siamo dovuti allontanare da questa linea di condotta non è stato per colpa nostra. L’oratore continua dicendo come ora ogni malinteso sia stato appianato e come si ritenga in dovere di inviare da questo Convegno al confratello milanese un saluto cordiale ed un augurio sincero.
     Si passa quindi a considerare il secondo argomento posto all’ordine del giorno: discussione su una proposta da presentare all’On. Ministero per l’Educazione Nazionale per l’ammissione della chitarra nei R. Conservatori. Relatore è il cav. Parrini che da tempo si va occupando della cosa il quale riferisce come avendo interpellato eminenti personalità del mondo musicale ed avendo vagliato attentamente il problema, sia venuto nella determinazione di compilare un progetto da presentare al Ministero anzidetto. Egli stesso quindi legge uno schema di tale progetto da lui redatto che viene approvato per acclamazione dei congressisti tutti. Il programma del corso d’insegnamento che dovrebbe essere tenuto nelle R. Scuole Musicali viene presentato dal prof. Terzi e, con qualche modifica, approvato dai convenuti. Di tutto ciò daremo più ampio resoconto su questa rivista a suo tempo.
      Si viene ora a discutere sulle modalità di un concorso per una composizione per chitarra che viene bandito dalla nostra rivista. La discussione conduce a queste conclusioni:
     1) il concorso è libero a tutti coloro che risulteranno abbonati alla «Chitarra» per il 1935. Ne sono esclusi i componenti la direzione della rivista che saranno i giudici;
     2) la composizione deve essere: per chitarra sola, originale, non essere più lunga di due pagine normali, rivestire un carattere di serietà e di elevatezza stilistica; saranno dichiarate non valevoli pertanto le composizioni a carattere leggero come ballabili, canzoni, ecc.;
     3) i lavori saranno inviati seguendo le consuete modalità del motto e della busta chiusa;
     4) il termine utile per l’invio dei lavori è stabilito per le ore 24 del 31 dicembre 1935 - XIV.
      5) il premio è unico e fissato in lire 50, oltre il segno di merito della gratuita pubblicazione nella rivista.
      I termini esatti del concorso saranno ripetuti nei numeri prossimi della rivista la quale si pone a disposizione per qualunque schiarimento in merito.
      Sull’ultimo paragrafo dell’ordine del giorno, riservato a propositi ed osservazioni dei congressisti, prende la parola il cav. Parrini chiedendo che «La Chitarra» pubblichi di tanto in tanto anche antiche melodie per canto con accompagnamento fedelmente adatto al nostro strumento. Il Direttore artistico risponde che a una tale opera si sta lavorando e che tra breve, superati gli ultimi ostacoli editoriali, sarà possibile esaudire anche questo desiderio suo e di una notevole parte dei nostri abbonati.
      A questo punto essendo terminati i lavori della mattinata, accolto all’unanimità la proposta d’inviare un telegramma d’ossequio al più grande dei chitarristi italiani M° Luigi Mozzani, e ad Andrés Segovia, il Presidente, con parole di ringraziamento per il contributo portato nelle discussioni dai convenuti e di compiacimento per il loro numeroso intervento, toglie la seduta.

                                                               L’accademia pomeridiana e il concerto della sera

      Al pomeriggio alle ore 16 tutti i partecipanti la III Giornata Chitarristica Italiana si sono nuovamente riuniti nella bellissima sala dei trattenimenti dell’Associazione, per assistere a un’accademia svolta dai convenuti stessi. Ha aperto la serie delle esibizioni un numero d’eccezione: il saggio della piccola Syra Buscaroli, bambina di otto anni, la figlia del nostro condirettore. La minuscola artista ha eseguito con grazia e tecnica, assolutamente insospettate per la sua età, musiche di Carulli, e dello stesso suo maestro il sig. Vaccari, fatta segno a calorosi applausi e richieste di bis, da lei gentilmente concessi. Si sono avvicendati indi sul podio riportando un lusinghiero successo, i sigg. Pucci, Beccuti, Sassoli, Ansaloni, Suzzi e altri eseguendo composizioni di Sor, Mertz, De Visée, Tarrega, Mozzani, ecc. e pezzi originali degli esecutori stessi.
     Il grande concerto serale comprendeva un programma vario tendente a dimostrare le diverse possibilità dello strumento. La chitarra vi figurava oltre che da sola, anche in duetti e in unione col violino o col canto o con un insieme di strumenti ad arco.
      Forse in considerazione di ciò, oltre che per l’interesse intrinseco delle musiche, la vasta sala era gremita di un pubblico attento e competente che non ha mancato di esternare il proprio compiacimento ad ogni numero del programma con prolungati applausi.
      E gli esecutori tutti sono stati veramente meritevoli del successo poiché hanno interpretate le composizioni prescelte con maestria tecnica, con sentimento d’arte e con bella evidenza stilistica. Tra i chitarristi ricorderemo la sig.na Dina Paoli, i sigg. Edoardo Capirone, Pietro Volpini, Riccardo Vaccari, Lando Orlich, Giulio Giannini; la cantante Sig.na Rosina Gronchi; il trio d’archi composto dei sigg. Pilade Ciappi, Otello Fiori, Angiolo Cagnacci.
      Nel rilevare lo schietto successo che ha arriso a questo III Convegno nazionale dei Chitarristi non possiamo non provare un senso di intimo compiacimento, vedendo come intorno a questa manifestazione, da noi modestamente voluta, si vada di anno in anno accentrando l’attenzione di quanti intendono a fondo o soltanto guardano con simpatia il movimento che tende a valorizzare giustamente la chitarra e a porla nella considerazione dei musicisti per quanto le spetta, come a uno dei più belli fra gli strumenti da camera. A questo tendiamo noi con ogni sforzo, a questo mirano le giornate chitarristiche e a questo dobbiamo adoperarci, quanti, professionisti o amatori, cultori o appassionati, riconoscano fruttifera e doverosa l’opera per un alto ideale di arte, di bontà e di bellezza.

 

Il III Convegno dei chitarristi italiani. Nobiltà di propositi, serenità di dibattiti, fervore di iniziative, in «La Chitarra», II, n. 6, 1935, pp. 1-3.

 
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