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IV Convegno Chitarristico

IV Convegno Chitarristico, Genova, Istituto dei Ciechi, 17 maggio 1936

      L’annuale convegno dai chitarristi italiani, questa «Giornata» che vede raccolta tutta una grande famiglia di artisti e di dilettanti, che segna ore indimenticabili di fraterna comunione di spiriti nella grande luce dell’arte, ha avuto anche quest’anno quello schietto incondizionato successo che ormai da quattro anni arride a questa nostra simpatica manifestazione.
      L’organizzaziione della «IV Giornata chitarristica italiana», concretata nelle sue linee generali dalla  nostra rivista, è stata realizzata dai chitarristi genovesi, i quali, sotto la guida animatrice dell’infaticabile prof. Ermenegildo Danovaro, si sono prodigati con tutta la loro fervida passione per il miglior esito della manifestazione.
      E questa non poteva riuscire meglio sotto ogni rapporto. Avevamo formulato un voto concludendo il nostro articoletto redazionale dello scorso numero: confidiamo cioè su una cinquantina di adesioni; l’augurio e stato di buon auspicio poiché abbiamo la soddisfazione di vederlo avverato.
      Erano infatti oltre una cinquantina coloro, tra chitarristi, liutai e amatori dell’arte nostra, che si sono adunati la mattina di domenica 17 maggio nella bella ed ampia sala dell’Istituito dei ciechi che molto gentilmente ci ospitava, giungendo da ogni parte d’Italia.

                                                                     La discussione dell’ordine del giorno

      Alle ore 10 e 30 la «IV Giornata chitarristica Italiana» ha ufficiale inaugurazione. La presiede il prof. Danovaro di Genova; segretario e, come al solito, il dott. Orlich della nostra rivista.
      Nel suo breve discorso inaugurale il Presidente rivolge anzitutto un cordiale saluto agli intervenuti che ringrazia per la loro entusiastica adesione e per il contributo che vorranno apportare alla discussione; ha quindi parole di vivo elogio per la nostra rivista che ritiene sempre più degna di stima e comprensione da parte di tutti gli amatori della chitarra e alla quale augura sempre più radioso avvenire.
      S’alza quindi a parlare il prof. Romolo Ferrari il quale con voce commossa commemora la nobile figura del cav. Amerigo Parrini lumeggiandone la vita operosa e fattiva, la grande intelligente passione per il nostro strumento ed i molti meriti nel campo della musicologia e dell’arte.
      Quando alla fine l’oratore invita i presenti ad un minuto di silenzio per onorare lo scomparso, l’assemblea sorge in piedi a compiere l’austero rito nella commozione più profonda.
      Si inizia ora la discussione dell’ordine dal giorno con la relazione che il prof. Benvenuto Terzi fa sull’andamento dalla nostra rivista soffermandosi specialmente sulla questione finanziaria. Egli ricorda ancora una volta come nel curare la pubblicazione di questo periodico noi non si persegua nessun fine di lucro tanto è vero che il bilancio si chiude anche quest’anno con un sensibile disavanzo, ma ci adoperiamo intellettualmente e finanziariamente al solo scopo della divulgazione dell’arte; cosicché se si continua a chiedere tutto l’appoggio sia morale che materiale a quanti vedono con simpatia la nostra iniziativa, non si fraintenda il significato del nostro appello: lo si fa nell’interesse comune poiché quando si fosse raggiunto un numero di abbonati tale da consentire stabilmente la vita della rivista, ogni ulteriore utile andrebbe interamente impiegato nel migliorare la rivista stessa o nell’organizzare manifestazioni varie sempre attinenti alla chitarra.
      Il relatore chiude perciò l’argomento muovendo una calda raccomandazione ai presenti per una benevola propaganda.
      Ancora il prof. Terzi riferisce al paragrafo b) dell’o.d.g. sulle varie iniziative svolte fin qui durante l’anno dalla nostra rivista tra le quali enumera la presente Giornata chitarristica, il concorso per una composizione di chitarra, il concorso di liuteria, il dizionario dei chitarristi e liutai e i convegni regionali; le quali iniziative se non sono state molte e importanti lo si deve unicamente alla suesposta ragione finanziaria; si confida perciò nell'avvenire sull'appoggio degli abbonati.
      Circa il Dizionario dei chitarristi e dei liutai italiani riferisce il rag. Raspolli il quale si compiace nel constatare come questa iniziativa abbia raccolto i più larghi consensi, ma aggiunge pure che un certo numero di chitarristi e liutai tra i migliori non hanno ancora restituita la scheda compilata, forse per modestia o per ritrosia o forse per indolenza o incomprensione. È con certo rammarico che si nota il fatto poiché è agevole vedere l’utilità di questo volume sia per far conoscere all’estero quanti in Italia si occupano della chitarra sia per una migliore scambievole collaborazione tra noi stessi. Perciò dato che dal ritardo nell’invio della scheda deriva necessariamente un ritardo sulla pubblicazione del Dizionario, rivolge una nuova preghiera a tutti a voler compiere questo piccolo dovere o... quasi.
      Il prof. Terzi riferisce ora sull’esito del concorso per una composizione per chitarra bandito dalla nostra rivista e chiusosi il 31 dicembre 1935 - XIV.
      I lavori presentati furono 13. La commissione esaminatrice composta dai sigg. M° Alessandro Perlasca, Dott. Lorenzo Ravaioli, M°  F. M. e col concorso del prof. Benvenuto Terzi ha emesso il seguente verdetto:
I Premio al prof. Graciano Tarragò di Barcellona per la composizione: «Cancion de cuna». II Premio ad Dr. Giovanni Murtula di Bari con «Improvviso». III Premio al dott. Heinz Bischoff di Monaco di Baviera e al dott. Mario Sonmadossi di Rovereto classificati a pari merito, per le composizioni «Scherzo» e «Preludio».
Alcuni dei lavori premiati verranno da noi pubblicati.
      Circa le norme del concorso per liuteria da noi indetto, parla ancora il prof. Terzi il quale dà lettura della relazione del sig. cav. Giulio Vio forzatamente assente. Su questa voce dell’o.d.g. la discussione si fa generale. Particolarmente notevoli sono le proposte del liutaio Cesare Gaudi. Sulle varie norme del bando, data la complessità di esso, ci intratterremo a lungo nel prossimo numero; qui diremo soltanto che la data del concorso è stata fissata per la prossima Giornata chitarristica, la V, che si terrà in Milano; i premi, formati dal ricavato di pubblica sottoscrizione al netto delle spese, saranno cosi ripartiti: I premio: 50%; II: 30%; III: 20%; la Commissione giudicatrice sarà composta da tre chitarristi e da due liutai.
      Si inizia quindi una nuova sottoscrizione fra i presenti da aggiungere alla somma procedente ed in breve si raccoglie la considerevole cifra di L. 217 che porta a L. 400 la somma complessiva sottoscritta.
      Si passa quindi al paragr. f) dell’o.d.g. Sulla necessità di un buon metodo italiano che possa far seguito onorevolmente ai metodi classici, tutti sono d’accordo ma volendo fare una cosa seria e veramente utile, il lavoro si presenta estremamente difficile. Perciò è giustificabile il fatto che all’invito mosso agli intervenuti dal prof. Romolo Ferrani ad accingersi all’opera, tutti abbiamo declinato l’incarico.
      Il prof. Terzi dice d’aver già iniziato un metodo, che consterà di tre parti: tecnica elementare, tecnica del solista, tecnica del concertista, ma il completamento di così vasto programma glirichiederà ancora molto tempo.
Anche sull’opportunità di creare una biblioteca circolante del chitarrista, dopo molte discussioni il congresso si pronuncia in senso negativo considerando la cosa immatura.
      Si alza ora il Presidente il quale desidera, prima di dichiarare chiusa questa IV Giornata chitarristica,  di commemorare con un minuto di silenzio la scomparsa del valente chitarrista e caro amico Giuseppe de Martino di Genova. Tutti sorgono in piedi in muto raccoglimento. Infine compiuto il mesto rito, quando il Presidente con brevi parole di saluto e di ringraziamento dichiara tolta la seduta, scoppia spontaneo ed unanime un applauso che corona gaiamente l’operosa mattinata.

                                                                            Il concerto

      Quando alle ore 16 ci siamo di nuovo riuniti nella grande sala dell’Istituto ospite, dopo una breve visita alla città, ci attendeva una lieta sorpresa: ancor prima dell’ora fissata per il concerto la sala era letteralmente gremita di un eletto pubblico che non ha poi mancato di dimostrare con evidentissimi segni tutto il gradimento, tutta la simpatia e l’interesse per il bellissimo concerto. Ed invero per la valentia degli esecutori tutti e per la scelta felicissima delle composizioni eseguite, il successo è stato più che meritato.
      Il programma era composto in modo da dare all’ascoltatore una visione assai precisa delle diverse possibilità della chitarra nei vari suoi impieghi sia come solista, che in duetto o trio; e le composizioni comprendevano autori di tutte le epoche dai classici ai moderni. Le virtù solistiche della chitarra erano affidate alla bravura dei sigg. Biagi e Capirone.
      Il primo eseguì un Minuetto di Paganini, il Capriccio Arabo di Tarrega ed una Piccola serenata di sua fattura; il secondo un Andante di Mozart e due canzoni catalane di Llobet: El testament d’Amelia, e la Filla del Marxant.
Ambedue seppero entusiasmare il pubblico che non si stancava di chiedere loro nuovi bis. La forte preparazione tecnica del Biagi e le sue brillanti doti di compositore, il fine senso artistico ed interpretativo del Capirone ben meritarono le fervide accoglienze loro tributate.
      Grandemente interessarono i duettisti Carlo Reineri ed Edoardo Capirone che eseguirono con bella fusione e perfetto stile una Polonese di Carulli, una Romanza di Fortea, ed «I due amici» di Sor, nonché un duetto di Mozart, fuori programma, riscuotendo larghi consensi del pubblico.
      Ciò che costituiva una vera novità in Italia e che ha forse maggiormente interessato il pubblico genovese e stato il trio di chitarre: Vaccari, Sassoli, Suzzi, che eseguì una brillante sonata in tre tempi di Carulli e un minuetto di Boccherini. Da tempo vagheggiato dal dott. Vaccari questo complesso che risponde magnificamente ad ogni esigenza artistica e che, per l’impiego della chitarra bassa, acquista un inusitato senso di ampiezza e di completezza, ha visto salutato il suo esordio dal più caloroso successo. E veramente questa forma d’insieme si presta alle applicazioni più varie sia nel campo della trascrizione che si può valere vantaggiosamente della maggior estensione di chiave, sia in quello della composizione che può sfruttarne effetti e consonanze del tutto nuove. Ma anche di questo ci riserviamo di parlare più a lungo prossimamente.
      In mancanza della partecipazione del solista Palladino, annunciato in programma, eseguì altri pezzi il Maestro Biagi e così si chiuse ottimamente l’interessantissimo concerto del pomeriggio. Alla sera ebbero luogo in forma intima le esibizioni dei dilettanti. Suonarono lodevolmente il dott. Lucatti di Pisa con pezzi di Haydn e Mozzani, il sig. Cagnacci con brani di Tarrega ed altri autori, il sig. Armando Carrara con una romanza di Bizet e due danze ed infine il sig. Locatelli, con pezzi di Tarrega. Tutti furono apprezzati per la loro ragguardevole tecnica congiunta ad un particolare sentimento.
      Con in cuore di tutti un luminoso ricordo della simpatica festa, ebbe così termine il IV Convegno dei Chitarristi italiani.

 

L. Orlich, La IV Giornata Chitarristica Italiana, in «La Chitarra», III, n. 6, 1936, pp. 1-3.

Fotografie

 
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