Lo svolgimento della nostra manifestazione
L’annuale convegno dei chitarristi italiani che annovera una schiera di valorosi esecutori, di dilettanti e di appassionati, ha avuto anche quest’anno il suo bel successo, quel successo che ormai da sette anni non manca di arridere alle nostre simpatiche manifestazioni e che tanto giovano ad alimentare nei giovani, la passione per la chitarra.
Il raduno quest’anno si è svolto nella elegante città di Torino col suo magnifico scenario di monti che la circondano.
L’organizzazione era affidata al rinomato liutaio Ferrarotti, noto per aver riportato il primo premio al nostro primo Concorso di liuteria e per essere attualmente l’animatore di un circolo chitarristico recentemente istituito in quella città.
Nella mattinata di domenica 21 maggio si è adunato nella sala del Dopolavoro Aziendale S. I. P. un discreto nucleo di appassionati, in prevalenza chitarristi venuti da Milano, Genova, Alessandria, Pisa, Livorno, Firenze, Bologna ed altre città.
Alle 9.30 sotto la Presidenza del Prof. Terzi si inizia la
Discussione dell’ordine del giorno
Dopo il saluto ai congressisti presenti si dà lettura delle adesioni pervenute da tutti coloro che impossibilitati a partecipare in persona, desideravano essere presenti in ispirito; fra questi notiamo Mastro Vio di Forlì, il Prof. Romolo Ferrari di Modena, il Direttore de «Il Plettro», il Comm. Dott. Giov. Murtula, Margherita Mancinelli di Roma, Rag. Giuseppe Raspelli di Milano e molti altri.
Segue la commemorazione del musicista chitarrista Ferdinando Sor del quale quest’anno ricorre il primo centenario della morte.
Il prof. Terzi riferendosi al discorso commemorativo preparato dal prof. Ferrari, illustra gli alti meriti del celebre compositore chitarrista ed infine invita i presenti a rivolgere un pensiero riconoscente al grande classico che tanto ha fatto per elevare il patrimonio artistico della chitarra.
Si passa quindi alla discussione relativa alla compilazione di un trattato elementare di armonia applicata alla chitarra. Diversi sono i pareri che si esprimono in proposito. Il prof. Gullino di Firenze osserva che esistono lavori del genere quali quello di Vincenzo Galilei nel «Dialogo della Musica» nel quale vi è una parte di armonia applicata al liuto. Propone perciò di ripubblicare su «La Chitarra» quello che è possibile delle opere preesistenti. Si ritiene opportuno compilare, anziché un vero trattato, una serie di armonizzazioni con accordi dai più facili ai più complessi quali ad esempio quelli di Le Dhuy.
Si conclude invitando tutti coloro che si sentono di preparare un lavoro completo, e possibilmente, facile e pratico, a presentarlo alla Direzione de «La Chitarra» entro la fine dell’anno. Il lavoro che verrà giudicato migliore sarà pubblicato in un opuscoletto a spese della rivista e a mezzo di questa diffuso. Sulle vendite verrà accordata all’autore una percentuale da precisarsi in seguito.
Più scottante e dibattuta è la discussione relativa al II Concorso di liuteria del quale si erano già a suo tempo dettate alcune norme a modificazione del regolamento approvato per il I concorso.
Il liutaio Bellafontana di Genova osserva l’opportunità di portare qualche innovazione affinché la Commissione esaminatrice possa dare meglio il suo giudizio. Si solleva animata discussione se ammettere un solo tipo di istrumento od i due tipi italiano e spagnolo e la discussione si protrae a lungo fino a tanto che dopo unminuto esame del precedente regolamento si addiviene all’approvazione delle norme seguenti :
Norme per il secondo concorso di liuteria
Art. 1 - La rivista «La Chitarra» bandisce un concorso fra i Liutai italiani che presenteranno chitarre da concerto rispondenti ai migliori requisiti di costruzione e di sonorità.
2. - Lo scopo del concorso è quello di favorire l’industria italiana che in materia di liuteria ha fama di avere dato al mondo i più grandi artefici e di offrire ai nostri chitarristi ottimi strumenti.
3. - La data di presentazione sarà entro la prima settimana del mese di Ottobre 1939 ed a Milano, nella località che verrà stabilita in seguito.
4. - Per questo concorso sono istituiti diplomi di 1°, 2° e. 3° grado che verranno rilasciali a chi riporterà una votazione non inferiore a 49/70 e precisamente:
Diplomi di 1° grado per le votazioni da 63 a 70/70.
Diplomi di 2° grado per le votazioni da 56 a 62/70.
Diplomi di 3° grado per le votazioni da 49 a 55/70.
I diplomati di 1° grado riceveranno inoltre una artistica medaglia in vermeille e quelli di 2° grado una in bronzo.
5. - La Commissione giudicatrice sarà composta di sette commissari, due dei quali saranno scelti tra esperti liutai e cinque fra esecutori chitarristi o intenditori. I nomi di questi saranno resi noti nel giorno del concorso dopo la premiazione. I commissari non potranno concorrere.
6. - I concorrenti non premiati riceveranno un diploma di partecipazione.
7. - Gli strumenti dovranno pervenire accuratamente imballati nel termine utile improrogabile, diretti all’organizzatore del concorso che verrà designato a suo tempo.
8. - Sono escluse dal concorso quelle chitarre che non siano di forma classica ed ogni concorrente potrà presentare non più di due istrumenti.
9. - Non sono ammessi strumenti aventi più di sei corde che debbono essere di seta e di minugia. Ogni concorrente potrà impiegare il tipo di corda che crede, ma di questa dovrà indicare la marca.
10. - Le chitarre presentate dovranno inoltre rispondere alle seguenti misure:
Lunghezza del diapason da cm 64 a 65.
Larghezza del capotasto da mm 50 a 54.
Distanza fra la 1.a e la 6.a corda al capotasto da mm 43 a 45 ed al ponticello mm 60.
Si consiglia che la distanza al 12.o tasto fra questo e la prima corda, sia di mm 3, e fra questo e la 6.a corda di mm 4. Si consiglia ancora che i tasti siano in numero di 19.
I segni di riferimento (madreperle) per chi li volesse applicare, dovranno essere posti sul fianco superiore della tastiera al 5.o, 7.o e 17.o tasto.
La dodicesima divisione dovrà coincidere con l’orlo della cassa armonica.
Gli strumenti dovranno essere provvisti di meccanica.
11. - Le chitarre, non dovranno essere firmate, ma contrassegnate da un motto e da un numero di quattro cifre. Il motto ed il numero saranno riportati in una busta chiusa che conterrà anche nome e indirizzo del costruttore.
12. - La spedizione dovrà essere effettuata da una seconda persona, affinché la bolletta non riveli il nome del costruttore.
13. - La chiusura del concorso è fissata per il giorno 30 settembre corrente anno ed i concorrenti dovranno perciò far pervenire la loro domanda non firmata, ma siglata col motto ed accompagnata da una quota d’iscrizione che è fissata in L. 10 per ogni istrumento presentalo.
14. - La somma «Pro II Concorso liuteria» sottoscritta a tutto il 30 settembre verrà ripartita dedotte le spese per diplomi, medaglie, postali ed altre, in parti uguali fra tutti i concorrenti diplomati ed a titolo di rifusione parziale delle spese sostenute per la partecipazione al concorso.
15. - La giuria si pronuncerà pubblicamente nel giorno di domenica 22 ottobre in località che verrà designata ed il verdetto seguirà dopo un’accademia di esecuzioni chitarristiche che avranno luogo in quella circostanza con programma da stabilirsi.
Le buste sigillate verranno aperte in presenza del pubblico e l’assegnazione dei premi verrà fatta seduta stante.
16. - La Direzione del concorso non risponde degli eventuali rischi di trasporto degli istrumenti.
17. - La Commissione risponderà degli istrumenti pervenuti dal giorno dell’arrivo sino a tre giorni dopo l’assegnazione dei premi.
18. – L’esito del Concorso sarà pubblicato sulla rivista «La Chitarra» e su diversi quotidiani, e comunicato ai concorrenti assenti, affinché possano provvedere al ritiro degli istrumenti.
Esaurito l’argomento si passa alla designazione della sede per la ventura Giornata chitarristica, che viene fissata nella città di Alessandria.
Ultimate le discussioni sui punti posti all’ordine del giorno si raccolgono alcune offerte pro II Concorso di liuteria e prima di togliere la seduta il Presidente propone che sia inviato al Maestro Luigi Mozzani un telegramma di deferente saluto.
La proposta viene accolta all’unanimità.
L’Accademia del pomeriggio
Alle ore 16 ebbe inizio l’Accademia chitarristica, alla presenza di numeroso pubblico.
Invece del Sig. Arturo Cedro, assente per servizio militare, l’inizio del programma viene dato dal Sig. Pierantoni Olindo di Milano che eseguisce un Minuetto di Sor e Adelita di Tarrega. Segue il Sig. Luigi Borghi di Torino con l’esecuzione di uno Studio in re min. di Coste ed uno studio di Carulli che gli valgono nutriti applausi e lo fanno bissare con una Danza di sua composizione. Si presenta poi il piccolo Franco Craveri che tratta con sicurezza ed eleganza di stile un Capriccio dell’op. 100 di Giuliani, ed il Valzer dell’op. 32 di Sor. Il pubblico saluta la piccola ma eccellente promessa con una salve di applausi sì da indurre l’esecutore a concedere per bis lo Studio n. 20 dell’op. 35 di Sor.
Anche il Sig. Alberto Mautino di Torino che succede al Craveri, nella esecuzione di uno Studio in si min. di Sor e dell’Andante e Preludio di Coste, dimostra di possedere un’ottima tecnica e buon gusto musicale. Le sue esecuzioni suscitano ammirazione e vivi consensi. Viene poi il giovane Antonio Barbieri di Milano, già noto per aver riportato recentemente un II Premio al Concorso di Bolzano ed un primo premio con lode all’Accademia de «Il Plettro».
L’aspettativa non è delusa perché nelle esecuzioni dell’Andante largo di Sor, di un Minuetto di Tarrega e de «El testament» di Llobet dimostra di possedere delle magnifiche qualità tecniche ed espressive che conquistano il pubblico, il quale applaude 1’eccellente chitarrista. Questi cedendo alle richieste concede l’esecuzione bissata di una Pastorale di Terzi.
A questo punto il programma subisce molte aggiunte, diciamo pure piacevoli, ma che avremmo preferito fossero incluse nel programma già annunciato.
Si presenta dapprima il Trio di chitarre composto dalla Sig.na Damaso e dai Signori Windt e Sallio, il quale eseguisce, vivamente applaudito, il celebre minuetto di Boccherini, Andante e Alemanda di Sor, due Valzer di Sor, un Rondò di Diabelli ed il Momento musicale di Schubert.
Segue il Duo Windt-Sallio che eseguisce con precisione e coloritura il «Felice incontro» di Mozzani.
Per ultimo invece dell’Andante e Minuetto di de Call per complesso di 25 chitarre, si presentano i solisti Windt e Sallio entrambi di Torino. Il primo si fa ammirare ed applaudire con l’eccellente esecuzione di un Notturno di Zani de Ferranti e di un Minuetto di Sor. Il Sallio invece eseguendo con sorprendente padronanza dell’istrumento, uno Sudio di Aguado e Cadiz di Albeniz, mette in evidenza una superiorità di tecnica unita ad uno eccellente senso interpretativo.
Il pubblico prodiga all’esecutore il più vibrante applauso; termina così l’interessante Accademia.
Il concerto di Carlo Palladino
Ma l’attesa più viva era riservata al concerto del chitarrista genovese Carlo Palladino, già noto a molti lettori de «La Chitarra» attraverso le recensioni di concerti esibiti in ambienti musicali della sua città e qualche volta anche alle diverse stazioni radio. Era però la prima volta che si offriva come solista nelle nostre manifestazioni chitarristiche e ciò dava una nota di particolare interesse.
Alle 21.30 quando il Palladino entrò nella sala, stipata di pubblico, per dar inizio al suo concerto, una salve di applausi lo salutò già prevedendo che l’esecutore avrebbe riportato il più caldo successo. Ed infatti tutto il programma che per la varietà, serietà e classicità ispirava fiducia, fu seguito dall’attento uditorio che non si stancava mai di applaudire convinto ed entusiasta.
Applausi meritatissimi del resto, perché il Palladino dimostrò in tutto il suo concerto di possedere una tecnica magnifica, un tocco morbido tanto nei cantabili, quanto nei passaggi più veloci che superava senza sforzo e con sicurezza. Si palesò anche buon interprete e stilista, frutto innegabile di chi ha avuto per Maestro una celebrità quale è il nome di Luigi Mozzani. Nell’ultima parte del programma il Palladino si dimostrò anche un virtuoso che sa sfruttare tutte le risorse dell’istrumento.
Cedendo poi alle insistenti richieste concesse l’esecuzione di due pezzi fuori programma: Canzone Inglese di Fiorito e Rosita di Tarrega.
Formuliamo un augurio sincero al chitarrista Palladino, perché la sua abilità possa procurargli i più ambiti trionfi.
Nel terminare questa relazione porgiamo un vivo ringraziamento al liutaio Ferrarotti, e agli altri collaboratori torinesi, nonché ai dirigenti del Dopolavoro Aziendale S. I. P. che tutti hanno concorso per la riuscita della festa.
La VII Giornata chitarristica italiana, in «La Chitarra», VI, n. 6, 1939, pp. 41-44.
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