Un libro importante su Romolo Ferrari
Sabato 14
novembre 2009, nelle splendide sale di Palazzo Coccapani, sede dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, si è celebrato il
XXII Convegno Chitarristico che, per unanime giudizio dei partecipanti, è risultato di grande interesse e di squisita piacevolezza: anche nella sua fase pomeridiana, infatti, è stato seguito da un numeroso pubblico attento e raccolto, estasiato dalla raffinatezza dei brani eseguiti da insigni Maestri di chitarra, convenuti per l’occasione.
Due circostanze hanno reso singolare tale Convegno: la ricorrenza del cinquantenario della scomparsa di Romolo Ferrari (1894-1959) e la presentazione di un importante volume a lui dedicato, risultato di una Giornata di Studi sull’attività del grande Maestro, tenutasi il 1° marzo 2008 nei medesimi locali dell’Accademia. Infatti, gli interventi di tale Giornata, arricchiti di nuovi contributi che, nell’ambito dell’arte chitarristica, hanno ampliato la ricerca, estendendola al clima culturale complessivo della prima metà del Novecento, sono stati raccolti nel volume: Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento, a cura di Simona Boni, Mucchi Editore, Modena ottobre 2009.
Si tratta di un’opera di ampio respiro (450 pagine), nella quale numerosi specialisti intervengono ad illustrare, da angolazioni diverse, l’evoluzione dell’arte della chitarra in oltre cinquant’anni della sua storia, sottolineando il contributo determinante di Romolo Ferrari ed il clima d’interesse per tale strumento, alimentato e favorito anche dall’opera di tanti prestigiosi maestri.
Nell’Introduzione, il prof. Ferdinando Taddei, Presidente dell’Accademia che ha patrocinato il Convegno e la pubblicazione del volume, sottolinea che l’istituzione da lui presieduta ha, tra le proprie finalità, quella di «rinverdire e valorizzare quei talenti che sono stati nel tempo i fondamenti basilari della cultura locale»: l’opera di Romolo Ferrari meritava davvero uno speciale approfondimento, poiché non solo ha contribuito allo sviluppo della cultura musicale connessa alla chitarra, ma le ha consentito, anche in ambito nazionale, quel riconoscimento che, per ingiustificati pregiudizi, le era stato da sempre negato.
La Presentazione del volume è firmata daEnrico Tagliavini, concertista e didatta di chiara fama, che in quel periodo manifestava il suo precoce talento maturato proprio sotto le affettuose premure musicali di Romolo Ferrari, suo maestro nello studio dell’armonia.
Simona Boni, curatrice del volume, descrive nella Prefazione il percorso laborioso che ha preceduto la pubblicazione, sottolinea che «la sensibilità, la passione, l’umile e paziente lavoro di ricognizione» sono state le costanti che hanno accompagnato ogni fase dell’operazione e conclude auspicando che il volume possa costituire un punto di partenza per altre collaborazioni e ricerche.
L’opera si divide in tre parti: la prima illustra la vita e l’opera di Romolo Ferrari; la seconda prende in esame gli aspetti dell’arte chitarristica all’interno del più ampio quadro storico della prima metà del Novecento; la terza è dedicata alle personalità artistiche che, nel medesimo periodo, hanno dato particolare impulso allo sviluppo della chitarra. In apertura, fondamentale è l’ampio contributo di Simona Boni: Romolo Ferrari: la vita e l’opera (pp. 3-53); esso è il risultato di laboriose ricerche, condotte con rara competenza filologica e con grande amore per l’arte della chitarra. Ne viene fuori un ritratto che non solo propone con completezza un profilo biografico del grande Modenese, ma riesce anche a tratteggiare i lineamenti del suo spirito, le tensioni, l’entusiasmo, le angosce e, soprattutto, la passione per la musica e, in specie, per la chitarra, che egli promosse e coltivò al livello più alto.
Non essendo ora possibile condurre un’analisi puntuale dei singoli capitoli, tutti di squisita fattura e di limpida forma, mi limiterò ad alcune osservazioni concernenti l’opera nel suo insieme.
Innanzitutto, si tratta di un lavoro originale che viene a colmare una grave lacuna nell’ambito della musicologia: è stata finalmente resa giustizia ad uno strumento nobilissimo, dalle potenzialità sonore e armoniche quasi incredibili, per troppo tempo colpevolmente declassato ed associato ad una utilizzazione puramente popolare.
All’interno della trattazione, il gran numero di articoli e di Autori non provoca frammentazione o dispersione, ma esprime una piacevole varietà di stili e di sensibilità, immunizzando il lettore da noia e monotonia.
Le immagini che in gran numero figurano nel testo integrano visivamente quanto esposto nei vari capitoli, rievocando ambienti, gruppi, persone che hanno caratterizzato un’epoca e facendo rivivere, talora anche con nostalgia, sentimenti e stati d’animo singolari, legati all’ineffabile fascino della chitarra. Tra l’altro, specialmente nel capitolo curato dal M° Giovanni Indulti, vengono riprodotte alcune esemplificazioni di spartiti musicali, incluso il testo integrale del Pensiero Funebre di Romolo Ferrari, mirabilmente eseguito anche nel corso del Convegno dal M° Giulio Tampalini.
Per quanto concerne la veste tipografica, all’Editore Mucchi va senz’altro riconosciuto il merito di avere scelto una soluzione elegante, appropriata ed accattivante, che conferma ancora una volta la raffinatezza della sua tradizione editoriale.
Un merito particolare per questa interessante pubblicazione spetta a Simona Boni, abile e paziente curatrice del volume, la quale si segnala per almeno tre doti: fine competenza musicale, sostenuta da una formazione culturale di grande spessore; rare capacità organizzative, congiunte ad efficienza e ad abilità a coinvolgere tramite il suo convinto entusiasmo; passione autentica per tutto ciò che è bello, al punto da trascurare ogni personale interesse, pur di contribuire alla esaltazione dell’arte e, in particolare, di quella della chitarra, strumento da lei stessa coltivato a livello di alta professionalità.
Il volume in questione sembra possedere tutti i requisiti per un meritato successo non solo presso gli studiosi di arte musicale, ma anche presso un più vasto pubblico di lettori: la chiarezza dello stile, la varietà degli aspetti storici affrontati, l’intelligente disposizione dei capitoli, il valore umano ed artistico delle personalità richiamate nella trattazione e, infine, la preziosità delle immagini inserite, sono qualità in grado di garantire una lettura piacevole, utile a conoscere un segmento recente ed importante della storia della musica.
Oronzo Casto
Modena, 26 novembre 2009
in «Notizie», dicembre
2009, p. 11
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